Una biografia di una scultrice che lavora con il marmo e i metalli e realizza vagine
“Io sono di animo metalmeccanico, artigiano…poi spacco le pietre, tento di aggiustare le moto… faccio un po’ tutto”
Un’ artista piena di energie positive, ironica e intelligente, attraente e solare nella vita come nelle sue opere. Il film la segue nel suo studio a Pietrasanta, nelle cave di Carrara dove lavora come ogni marmista serio con una maschera sul viso , nella sua trattoria preferita, mentre attraversa una grande vagina di marmo realizzata per il 2000, l’anno santo.
Perché le vagine? “ Si tratta infatti della metafora della porta della vita” . Oggetto di fantasie e tabu', si pensi alla infibulazione, dramma sul quale Mog ha gia' realizzato una mostra a Milano.
Rappresentazione e metafora della vagina. E' questo il tema attorno al quale ruotano i lavori artistici della scultrice che lavorando marmo e metalli ha realizzato vagine di tutte le dimensioni: dalla grande porta marmorea ai gioielli, le collane, i bracciali.
Nel film ad un certo punto MOG stessa diventa un’opera, girando su un tornello, quello che sostiene i blocchi di marmo. Come una scultura gira su se stessa cambiando abiti e presenza: Un incisore di marmo, una scultrice, una vamp sexy. Ma chi è veramente MOG e perché fa tante vagine?
Credits
Una produzione Editalia Poligrafico dello Stato 2007
Ideazione e regia Stefano Scialotti
Fotografia Walter Balducci e Stefano Scialotti
Editing Diego Glickman
Durata 24 min. 4:3